L’architettura al femminile di Husna Rahaman
22/05/2018Il ruolo della luce nella filosofia di un importante studio indiano.
Le donne architetto? Sono poche quelle che spiccano nel panorama internazionale, ma ce ne sono, eccome. Una riflessione sul tema l’ha fatta il sito Archdaily.com che ha trovato un gruppo di incredibili professioniste capaci di impressionare con i loro progetti, la loro etica del lavoro e la loro dedizione alla professione. Non solo progetti e costruzioni, ma anche capacità manageriali: guidano team, gestiscono uffici e sono delle vere e proprie imprenditrici di sé stesse.
Tra le protagoniste di questa panoramica internazionale c’è anche Husna Rahaman, architetto indiano di Fulcrum, importante studio di Bangalore. Attraverso il nostro partner indiano Ivory Edge, di recente abbiamo avuto modo di conoscere Husna per un grandioso progetto portato a termine a Bangalore. I nostri prodotti architetturali sono stati usati nel piano di lighting design per illuminare gli interni di un attico di più di 4.000 metri quadrati progettato dallo studio Fulcrum.
Per noi è stata l’occasione per continuare ad affacciarci nel mercato indiano dell’illuminazione, entrando però dalla porta principale. Sì perché Husna Rahaman e i suoi colleghi realizzano progetti che guardano in alto, al ruolo di elevazione creativa e ispirazionale della loro professione.
“Il processo creativo è qualcosa che mi porta in alto, mi tiene lì e di cui non posso fare a meno. Mi permette di fluttuare liberamente dal mio essere, da qualche parte, ovunque“.
“La filosofia dello studio è il modo in cui ci sentiamo e interagiamo ogni giorno. È un laboratorio creativo. Siamo avventurieri, scopritori e compagni di gioco. Questa gioia e questa calma provengono dalle linee che disegniamo, dai sogni che intrecciamo e dallo zelo con cui rivendichiamo la nostra realtà: il progetto finito.”
Abbiamo parlato con Husna Rahaman del suo modo di intendere l’architettura e l’utilizzo della luce.
Commentando l’attico Ekaa hai detto: “È progettato in modo tale da far parte del cielo“. Quanto pesa la componente ispirazionale nei suoi lavori e come riesci a renderla concreta?
“L’ispirazione è la forza propulsiva, una potente energia che guida il progetto a tutti i livelli. A livello concettuale l’ispirazione mantiene il sogno nitido e vivo e, a livello personale, cerco un sempre di elevarmi per ispirare ed essere ispirata.“
Come sei riuscita a caratterizzare i vari ambienti in uno spazio così grande come questo?
“Ogni stanza è caratterizzata dall’amalgama tra l’occupante, la funzione e gli schemi comportamentali che vorremmo reinventare. Crediamo che lo spazio possa e debba cambiare percezione ed emozione. Cerchiamo di influenzare la risposta che è in continua evoluzione, sempre nuova”.
Qual è stato il ruolo dell’illuminazione in questo progetto?
“La luce è l’assenza di tenebre. L’oscurità è l’assenza di luce. Tra quello spazio le possibilità sono illuminanti. Definire lo spazio in base al grado e alla qualità della luce è un pensiero convincente. Comincia come un commento profondamente filosofico nella fase iniziale del disegno. L’ombra e il riflesso sono affluenti che trovo inquietanti.”
Che significato ha la luce nella tua filosofia professionale?
“Il significato della luce è sbalorditivo quando lo si utilizza nella proporzione perfetta per dissipare l’oscurità. Uno spazio perfettamente illuminato lo sa. È un’alchimia speciale che può essere solo sentita, vissuta. La reazione in un tale spazio è luminosa e, a causa della natura intangibile della luce, si risponde senza essere consapevoli dello stimolo. Questo è ciò che mi affascina della luce. È una risposta indiretta che è più potente di una risposta a un mezzo tattile.”
Com’è nata e come proseguirà la collaborazione con Panzeri e Ivory Edge?
“La collaborazione con Panzeri è iniziata con un progetto molto speciale come EKAA, il più grande attico della città. La partnership è nata perché condividiamo valori di progettazione comuni. Volevamo che la luce venisse integrata nel design fin dall’inizio. Abbiamo richiesto personalizzazione, chiarezza, abilità tecnica e la volontà di essere totalmente consapevole del progetto. Con Panzeri abbiamo trovato questo. Speriamo di rafforzare questa collaborazione nei prossimi anni. IvoryEdge ha dato vita a questa unione ed è stato il nostro team tecnico sul posto per il progetto EKAA.”
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